Now Playing: tra etero e gay esiste l'aparteid?
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apartheid etero/gay---
Alba Montori - GAYA Cronisti senza Frontiere
Esiste in Italia una sorta di apartheid tra etero e gay: agli etero sono riconosciuti diritti che ai gay sono negati, eppure gran parte dei GLBTQ, quelli che lavorano, sono tassati esattamente come gli etero.
E la "parita", a norma dell'art.3 della Costituzione al momento, da 60 anni, e tutta qui.
Sulla carta, come per l e donne.
La cosa peggiore e che, specie nell'ambito della "sinistra", ma non solo, tali diritti non sono negati ufficialmente e apertamente ( vedi la questione nozze), ma da troppo tempo ignorati e delegittimati in mille modi: solo dopo un lavoro politico e culturale di anni da parte di alcuni ardimentosi ultimamente si e assistito ad una sorta di "apertura" da parte dei piu illuminati politici (laici) nostrani. In massima parte di facciata, a sinistra, come a destra, le eccezioni, che pure ci sono e ben determinate, non trovano alcuno spazio mediatico effettivo e continuativo nella comunicazione politica.
I diritti GLBTQ, come delle donne, negati da una cultura maschista e integralista, fortemente radicata nelle istituzioni a tutti i livelli, continuano ad essere relegati solo e unicamente nel "privato" (privato di diritti alla parita certamente), o al massimo in quello dell'intrattenimento, quando non della cronaca nera, solo con connotazioni fortemente negative, perch e certamente la parte della macchietta del giullare, o della pin-up, neanche quella della madre di figli, non e considerata "seria" quanto quella di un ex-presidente di un'istituzione internazionale o nazionale.
Forma di disprezzo "razziale", fisico, mentale, lessicale, tanto piu nascosto ed ipocrita, quanto piu ben radicato e istituzionalizzato, omofobia viscerale,insomma.
Pero... basta seguire solo un poco le vicende di questa campagna elettorale che si presenta come anche peggiore delle precedenti, e ci viene imposta gia dall'inizio della legislatura ora in scadenza come una sorta di scontro tra opposte tifoserie, per rendersi conto che in parecchi ( partiti o gruppi) sono ben determinati a catturare il voto LGBTQ, ma quanto poi a soddisfare le richieste,le "pretese" degli alfieri dei medesimi che sono solo l'ottemperanza di diritti sacrosanti alla parita tra tutti i cittadini in quanto tali in un paese che si reputa e pretende di esser reputato civile, democratico, laico...continuiamo a sentirci dire:" beh, poi si vedra, ci penseremo poi, fidatevi".
Come se chi e in catene dovesse fidarsi di chi lo ha sempre sfruttato e potesse ragionevolmente credere a chi gli dice che lo liberera dalle catene che gli ha imposto, se avra piu potere!
Che chi ha creato e mantenuto l'apartheid ha bisogno dell'approvazione di chi ne e oggetto...
Ma non raccontateci ancora queste "storie", per favore! Abbiamo gia visto i risultati precedenti, oltretutto, e non ci siamo affatto divertiti.
La parte drammatica della storia ( quella vera e reale), e che non e piu sostenibile continuare a vederla trasformare in una sorta di sceneggiata.
La parte inquietante e che non e certo il gay, o la lesbica, o il/la trans, o il/la bisex, insomma il cittadino cosiddetto "diverso" da quello classicamente codificato al maschile/femminile secondo i canoni di santaromanachiesa (tra pochissimo anche la sharia), che decide di fare del proprio orientamento di genere una bandiera o una scelta di vita ( e finisce per essere oggetto d'apartheid).
E' invece l'ambiente "umano"( socio-politico-culturale)circostante, nell'intero paese, che fa del proprio orientamento di genere (eterosessuale, monogamico, procreativo, consacrato) una bandiera o una scelta di vita discriminando i GLBTQ. Pretende addirittura di continuare a imporla per legge a tutti, LGBT compresi, invocando la natura, la scienza, la fede e la volonta divina e tutte le gerarchie piu sacre. Da un paio di millenni e anche con severe sanzioni in caso di non omologazione.
Non mi risulta che si sia mai verificato nella storia degli ultimi 2000 anni il contrario , ovvero che qualcuno o tutti coloro che sono GLBTQ abbiano mai preteso che tutti siano tali, imponendoglielo per legge, o natura, o dogma religioso, ne picchiandoli o ammazzandoli, ne gentilmente e subdolamente educandoceli. E non solo perche non ne hanno avuto il potere...
Appare del tutto logico quindi parlare di apartheid nei confronti delle persone GLBTQ, diffusa nella nostra societa a tutti i livelli.
Appare quindi assolutamente necessario che chi proclama la propria comprensione per i nostri "problemi" e addirittura la propria condivisione dalle nostre rivendicazioni, poi almeno metta ( verba volant...) nel proprio programma politico l'abolizione di tale apartheid come obbiettivo da realizzare subito, entro questa legislatura, attualizzando nella pratica la parita di diritti tra tutti i cittadini, che poi e quello che chiediamo , anzi pretendiamo: nella Carta Costituzionale e scritto da sessant'anni e nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ( inteso come essere umano) da qualche anno in piu.
Altrimenti a me appare chiaro che si tratta d'un'altra, e piu subdola , forma di violenza, con parecchie somiglianze col razzismo.
Dunque e assolutamente necessario che chi proclama la propria comprensione per i nostri "problemi", la propria condivisione dalle nostre rivendicazioni, metta nero su bianco ( verba volant...) come obbiettivo da realizzare subito, entro questa legislatura, nel proprio programma politico l'abolizione di tale apartheid.
Riteniamo improrogabile che si impegni, questo si seriamente, a realizzare nella pratica attuazione, anche quotidiana, la parita di diritti tra tutti i cittadini, compresi i GLBTQ, scritto da sessant'anni nella Carta Costituzionale Italiana oltra che e nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ( inteso come essere umano).
Altrimenti sarebbe ancora una volta un'altra, e piu subdola, forma di violenza, con parecchie somiglianze col razzismo.
La gente GLBTQ, assieme alle donne, e oggetto princi pale della violenza sociale (generalmente di origine maschista), anche se si trova in buona compagnia con altre "categorie" di persone ( a cominciare dai diversamente abili, ad esempio) e le ultime statistiche a livello mondiale ne sono una terribile constatazione.
I GLBTQ sono oggetto di tale violenza, chiamata omofobia, non solo da parte della societa in generale e dei singoli, ma anche da parte delle stesse istituzioni che dovrebbero essere invece le piu attive e solerti nel difenderle, oltre che delle loro stesse famiglie e ipocritamente o meno da parte dei referenti religiosi, specie monoteisti.
Cosi si consumano contro di noi perfino troppe violenze, fisiche, psicologiche, quotidiane, in nome dell'affetto e del voler bene, come forme di "tutela", che tutto fa tranne che riconoscere, rispettare, solidarizzare con le nostre scelte di identita e di genere....
Noi LGBTQ non vogliamo essere tute lati, cioe "protetti", in quanto "diversi": vogliamo, esigiamo di esser rispettat*- in ogni luogo e in ogni situazione- in quanto "pari".
Noi LGBTQ non vogliamo una legge che ci tuteli in quanto GLBTQ, la Legge che c'e gia, uguale per tutti, e anche per noi. Ma esigiamo che sia applicata, e fatta applicare, da tutti, poiche finora cosi non e e non e stato.
E' la non/applicazione della medesima che e pesantemente discriminatoria nei nostri confronti.
E' questo che deve essere eliminato, superato, al piu presto, chiunque "vinca" e "perda" questa tornata elettorale. Senza stravolgerne i principi, che sono gia di parita di diritto e dovere per ogni cittadino italiano.
Se e quando avverra che la Legge sia davvero uguale per tutti forse avremo modo di decidere poi ciascun* (in tutta liberta) se "rinchiuderci" (tra gay, tra lesbiche, tra transgender, tra etero, tra bisex, tra chiunque decidiamo) in qualche sorta di "luogo protetto" o ghetto, o convento, oppure vivere assieme a tutti, ciascun* con la propria identita e la propria vita, come cittadini di un paese civile, laborioso e pacifico.
Talvolta, parlando e discutendo tra noi e con tutti di questo, mi sorge il sospetto - forse colto anche dagli estensori del programma dell'Unione e pure dalla cosiddetta Casa della Liberta - che ai GLBTQ italiani la situazione attuale in fondo poi non dispiaccia troppo.
Forse a furia di ingegnarsi a trovare il modo di conciliare , come si dice, "il diavolo con l'acqua santa", forse riescono anche a pensare di trovare in una propria auto-apartheid il proprio tornaconto: si vive "da GLBTQ", part-time, tra amici GLBTQ, senza esplicitarsi, anzi nascondendolo il piu delle volte, nella vita quotidiana, lasciandolo al massimo solo intuire (o dedurre), e mentendo (quasi) sempre, in primo luogo a se stessi, poi alle persone vicine e in famiglia (g enitori, mogli, mariti, figli) e poi via via sul lavoro, in parrocchia, nel partito, nel sindacato ecc.
I locali ( disco ecc.), e ora soprattuto mailing-lists e chat varie consentono a molt* di "vivere" comunque i propri generi in una situazione di sostanziale schizofrenia, in bilico tra due ( o piu) mondi diversi e due o piu identita diverse e quasi sempre opposte (e contrapposte, ufficialmente).
Per gli specialisti della psicologia e causa certamente di vero surplus di lavoro, immagino. Ma per i GLBTQ spesso e, e resta, pericoloso per la propria vita e non soltanto quella fisica: vedo intorno che per troppa gente il gioco della sessualita-a prescindere dall'identita di genere- tende a perdere progressivamente le sue componenti fantasiose e ludiche, allegre, corroboranti, rasserenanti, per trasformarsi sempre piu in un gioco di ruolo (sessuale) compulsivamente reale, in cui la componente relazionale ed affettiva finisce per scomparire, schiacciata e stravolta da quella sessuale.
La relazione interpersonale ( per tutti, non solo GLBT) si va riducendo a un gioco di ruoli contrapposti, l'uno che privilegia la componente edonistica, che pretende di considerare anche politica (laica e libertaria tout court), l'altra che impone la componente procreativa, considerata come unica "eticamente corretta" dalla cultura di potere socioeconomico ( politico-religioso) culturalmente vigente.
E in questo ambito relazionale i GLBTQ condividono con gli etero una sostanziale parita, ma che razza di parita e?
La relazione sessuo/affettiva tra persone libere e consapevoli di cio che si e, implica assunzione non di ruoli, ma di responsabilita oggettive in un rapporto protratto nel tempo, con tutte le possibili modifiche indotte dalla quotidianita, con tutte le sue sfaccettature.
Bisogna essere prima liberi di essere per poter davvero scegliere come e chi amare, non serve ( anzi e automaticamente autodiscriminatoria) una legge particolare, separata, che stabilisca modi-e-tempi-della-relazione-come-da-contratto, ne per i singoli contraenti, ne soprattutto per i contraenti in relazione al gruppo/societa. Non serve, non basta per assicurare la felicita dei rapporti interpersonali, e soprattutto c'e gia, ma finora solo qualche "eroe" e stato ed e disposto a renderla effettivamente attiva, cioe ad usarla.
Pretendere politicamente da parte dei GLBTQ una legge "speciale e nuova", significa trasferire nella realta una affermazione politica della "diversita" assolutamente antitetica alla pretesa di parita di diritti tra tutti i cittadini e in ultima analisi potrebbe rivelarsi non solo inutile, ma adirittura dannosa.
Bisogna semmai chiedersi( e non e mai troppo tardi, ancora per un po') come mai l'attuazione della legge gia esistente e stata resa si impraticabile da parte dell'autorita preposta, ma con la complicita piu o meno consapevole di col oro che, per aver paura di manifestare apertamente almeno in questo caso la propria scelta di identita di genere, finiscono per ritrovarsi a vivere al massimo relazioni clandestine in tutto o in parte, ma piu "facili da gestire" e piu in una realta di separatezza che di comunita solidale. Religiosi ( per loro scelta condannati alla castita) compresi, salvo lamentarsene.
I partiti e gli schieramenti politici, salvo qualche rara eccezione, sono il frutto della societa reale, GLBTQ, cattolici, laici ed altro compresi.
Non sembrano davvero in grado di interrogarsi seriamente su come porsi su una questione che i piu si ostinano a pretendere di considerare "privata", individuale, personale e "non politica".
Ed e comprensibile, e questione spinosa viste le pesanti interferenze del potere religioso con le sue indicazioni perentorie e illuminate addirittura dal padreterno.
Tanto meno i partiti tradizionali appaiono in grado di azzardare delle risposte operative: dovrebbero innazitutto autodenunciare la loro assenza e anche la loro reiterata ripulsa, senza distinzione di colore, di fede, o di ideologia, ad applicare la Legge dello Stato. Solo dopo una simile azione potrebbero credibilmente applicarsi a riscoprire la parte laica e libertaria delle loro idee e organizzarne l'attualizzazione delle valenze. E poi infine, per renderne realmente possibile la realizzazione, impegnarsi a promuovere una evoluzione culturale nella coscienza e nella conoscenza collettiva, che hanno mantenute pervicacemente bloccate da vari decenni.
Forse e per questo che tutto sommato e piu facile inserire un candidat* Trans nella propria lista: questo "compitino" puo ben essergli accollato visto che e ben pratico di "imprese impossibili".
Come ha "spiritosamente" stigmatizzato Madamemussolini recentemente, "essendo un uomo vuole essere una donna".
Inoltre certo puo dimostrarsi utilissim* per rassicurare gli elettori (possibili) GLBTQ, piuttosto che impegolarsi ad assumersi in prima persona, magari da maschi, etero convinti e sposati con prole, il programma di ottemperare la Legge.
Che qualcuno abbia pensato che se rinnovasse ancora le troppe promesse gia fatte, a parole e mai mantenute ( quelle di abolizione dell' "apartheid"), stavolta il GLBTQ potrebbe non credergli?
Che qualcuno si sia messo in mente che basta una "rappresentanza" GLBTQ in parlamento per farci "felici"?
Spero che si accorga di aver sottovalutato le nostre capacita di attenzione e di giudizio.
Spero che la Comunita Varia e variegata si riveli intelligente e battagliera come vuol sembrare.
Mi auguro, ci auguro, che sappiamo riconoscere, chi dedica il suo impegno politico e personale da piu di trent'anni, sul serio e senza solo proclamarsi tale, per ottenere quel che ci spetta, malgrado le chiusure e le mistificazioni, le antipatie e le contrapposizioni ampiamente coltivate per "distrarci", m algrado la "nuova legge elettorale", malgrado i massmedia e le "indicazioni etiche" delle gerarchie ecclesiastiche.
Lo so, non e facile, il tam tam mediatico non ci aiuta, ma dopotutto siamo abituati a non fare affidamento altro che sulle nostre risorse.
Mi auguro di cuore che sapremo uscire dall'apartheid, senza ipocrisie, con il sorriso sulle labbra e la rosa nel pugno .
Alba Montori
Posted by albamontori
at 3:01 PM CET